Attività

Benvenuti in F.I.P.P.O.

Attività

Le attività specifiche previste dall'associazione e rivolte ai soci sono le seguenti:
  • Divulgazione di notizie e informazioni tecniche, economiche, giuridiche e fiscali per la gestione delle imprese nel settore
  • Supporto informativo per l'avvio di nuove imprese nel settore officinale
  • Programmazione della produzione e gestione di una rete di informazioni per una migliore conoscenza del mercato dei prodotti officinali
  • Corsi di aggiornamento tecnico per gli operatori del settore
  • Diffusione delle tecniche di coltivazione delle piante aromatiche e medicinali secondo metodi razionali e professionali
  • Promozione di iniziative in campo europeo per il raggiungimento di una comune politica di settore
  • Distribuzione del bollettino informativo con le novità e le informazioni di interesse per le attività del settore. Oltre a riportare le attività della Federazione, riporta notizie di mercato, segnala incontri e convegni, nuovi prodotti, e informa i soci sulle tecniche colturali di alcune piante emergenti. Il Bollettino dovrebbe anche essere uno strumento di comunicazione fra i soci e sede di un eventuale dibattito sui temi più importanti del settore.

 Alcune delle azioni più significative promosse dalla FIPPO sono qui di seguito elencate:

  • La FIPPO edita due volte l’anno un Bollettino informativo che viene inviato ai soci: esso, oltre a riportare le attività della Federazione, riporta notizie di mercato, segnala incontri e convegni, nuovi prodotti, e informa i soci sulle tecniche colturali di alcune piante emergenti.
Il Bollettino dovrebbe anche essere uno strumento di comunicazione fra i soci e sede di un eventuale dibattito sui temi più importanti del settore.
  • A livello nazionale e comunitario, partecipando a diverse riunioni e gruppi di lavoro, la FIPPO ha contribuito alla stesura delle GAP - Good Agricultural Practice, cioè le linee guida per la buona pratica agricola delle Piante Medicinali e Aromatiche, delle GHP - Good Harvesting Practice, linee guida analoghe per chi si occupa della raccolta delle piante officinali allo stato spontaneo ed alla bozza delle GOAP – Good Organic Agricoltural Practice e cioè delle linee guida per la buona pratica di coltivazione biologica delle piante officinali.nti che forniscono l'ingrosso su contratto
  • La Federazione ha inoltre lavorato per l’omologazione dei fitofarmaci da usarsi nella coltivazione delle piante officinali. Attualmente vengono usati, sia in Italia che all’estero, alcuni prodotti chimici che di per sé non sono omologati per la coltivazione di tali specie. La loro omologazione è molto difficile perché molto costosa (si parla di miliardi per ogni prodotto) e le ditte produttrici di principi attivi non vogliono sostenere tali costi, consci che l’incremento delle vendite sarebbe esiguo, vista l'esiguità del settore. Si è anche tentata la via della reciprocità del riconoscimento dei fitofarmaci: cioè si è cercato di far riconoscere ai diversi stati membri dell’UE prodotti che sono riconosciuti o usati in alcuni degli stati membri della Comunità. Questa via si è ultimamente rivelata impercorribile.
  • La FIPPO negli anni passati si è attivata presso il Ministero italiano competente per l’inserimento delle piante officinali fra le colture da set-aside, fino ad ora senza grandi risultati.
  • Ha eseguito una campagna di informazione fra i soci (mediante un piccolo convegno e mediante la diffusione di un documento) sulle HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), che rappresentano delle norme assunte dai produttori/trasformatori di piante officinali per tutelare l’igiene, la sicurezza e la salubrità della produzione e della trasformazione di quelle piante destinate ad essere ingerite a guisa di alimenti (tisane, decotti, ecc.).
  • La FIPPO ha presentato al Ministero per le Politiche Agricole e Forestali (mentre altri paesi aderenti ad EUROPAM hanno fatto altrettanto) un'istanza per l'inserimento delle piante officinali nel regolamento CE 2826/2000 del Consiglio del 19 dicembre 2000, relativo alle azioni d’informazione e promozione a favore dei prodotti agricoli sul mercato interno ed ha chiesto al medesimo Ministero ed al Ministero della Salute di rivedere e modificare le norme restrittive riguardanti l’iperico contenute nella Circolare del 20 ottobre 1999 del Ministero della Sanità.

Le attività elencate sono a favore non solo degli associati, ma di tutto il settore delle piante officinali in Italia.
In ogni caso è un obiettivo della nostra Federazione aumentare il numero dei soci per rappresentare il più possibile la totalità delle produzioni officinali italiane.

F.I.P.P.O.

Non sei ancora associato?

F.I.P.P.O.

Altre attività

Altre attività promosse da F.IP.P.O. a favore non solo degli associati, ma di tutto il settore delle piante officinali in Italia, sono qui di seguito elencate.

 

A livello nazionale e comunitario, partecipando a riunioni e gruppi di lavoro, la F.IP.P.O. ha contribuito alla stesura delle GAP - Good Agricultural Practice, cioè le linee guida per la buona pratica agricola delle Piante Medicinali e Aromatiche, delle GHP - Good Harvesting Practice, linee guida analoghe per chi si occupa della raccolta delle piante officinali allo stato spontaneo ed alla bozza delle GOAP – Good Organic Agricultural Practice e cioè delle linee guida per la buona pratica di coltivazione biologica delle piante officinali.

 

La Federazione ha inoltre lavorato per l’omologazione dei fitofarmaci da usarsi nella coltivazione delle piante officinali. Attualmente vengono usati, sia in Italia che all’estero, alcuni prodotti chimici che di per sé non sono omologati per la coltivazione di tali specie. La loro omologazione è molto difficile perché molto costosa (si parla di miliardi per ogni prodotto) e le ditte produttrici di principi attivi non vogliono sostenere tali costi, consci che l’incremento delle vendite sarebbe esiguo, vista l'esiguità del settore. Si è anche tentata la via della reciprocità del riconoscimento dei fitofarmaci: cioè si è cercato di far riconoscere ai diversi stati membri dell’UE prodotti che sono riconosciuti o usati in alcuni degli stati membri della Comunità.
Questa via si è ultimamente rivelata impercorribile.

 

La F.IP.P.O. negli anni passati si è attivata presso il Ministero italiano competente per l’inserimento delle piante officinali fra le colture da setaside, fino ad ora senza grandi risultati.
Ha eseguito una campagna di informazione fra i soci (mediante un piccolo convegno e mediante la diffusione di un documento) sulle HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), che rappresentano delle norme assunte dai produttori/trasformatori di piante officinali per tutelare
l’igiene, la sicurezza e la salubrità della produzione e della trasformazione di quelle piante destinate ad essere ingerite a guisa di alimenti (tisane, decotti, ecc.).

 

La F.IP.P.O. ha presentato al Ministero per le Politiche Agricole e Forestali (mentre altri paesi aderenti ad EUROPAM hanno fatto altrettanto) un'istanza per l'inserimento delle piante officinali nel regolamento CE 2826/2000 del Consiglio del 19 dicembre 2000, relativo alle azioni d’informazione e promozione a favore dei prodotti agricoli sul mercato interno ed ha chiesto al medesimo Ministero ed al Ministero della Salute di
rivedere e modificare le norme restrittive riguardanti l’iperico contenute nella Circolare del 20 ottobre 1999 del Ministero della Sanità.

 

La F.IP.P.O. ha contribuito attivamente all’istituzione del Tavolo tecnico presso il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali nel 2011.
Ha lavorato con ISMEA nel 2013 per la realizzazione di un censimento aggiornato del settore, redigendo il Report ISMEA, documento pubblico sul web ed accessibile a tutti.
Ha contribuito attivamente nella realizzazione di un Piano di settore (2014-2016).
Ha contribuito attivamente al riconoscimento della filiera delle piante officinali a livello normativo che ha portato all’approvazione del nuovo TU in materia di coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali (D.Lgs. n. 75 del 21 maggio 2018) in 10 articoli, ispirandosi al piano di settore del 2014-2016.